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Internazionali

IL PARADIGMA GEOPOLITICO EUROPEO

IL PARADIGMA GEOPOLITICO EUROPEO

di Paolo Falconio

Gli Stati europei prosperarono nell'ambito di un'alleanza atlantica, che ha permesso la ricostruzione di un continente distrutto. Cosa divenuta possibile perché il principale attore di quella alleanza, si è  fatto carico della difesa dei confini dell'Europa Occidentale con una presenza militare con punte di 400.000 uomini sul nostro continente e con una politica di deterrenza nucleare determinata, che ha previsto che anche in caso di attacco convenzionale da parte del blocco sovietico, gli USA avrebbero contrattacato con bombe nucleari. Una curiosità: i piani americani prevedevano di bombardare la Germania Ovest che sarebbe stata il terreno del confronto.

Nell'ambito di quella che era la vecchia Europa Occidentale, la Germania ha sempre avuto un'attenzione particolare, perché Washington ritiene che abbia in re ipsa "i demoni" che la potrebbero portare di nuovo ad essere la matrice di un nuovo conflitto mondiale. In tal senso non si può non ricordare che sono dovuti intervenire nelle due guerre mondiali (anche se la prima è stata iniziata dall'Impero Austro Ungarico, ma gli americani considerano gli austriaci sempre come tedeschi e soprattutto fu la Germania del Kaiser Guglielmo II ad essere il vero nemico).

Questo è il  background storico sul quale si fonda la loro teoria. Ulteriormente la vocazione della Germania (sin dal 700) di essere la naturale partner commerciale della Russia con funzione modernizzatrice e che ha riproposto negli ultimi decenni, ha generato una destabilizzazione degli assetti europei, portando la stessa in una zona grigia che di fatto stava portando ad un blocco russo germanico in contiguità con il mercato cinese.

Questa continuità non è mai stata interrotta neanche dopo che Putin, escluso dalle grandi determinazioni internazionali, metteva in atto politiche aggressive nel mondo (i paramilitari russi sono presenti in quattro continenti su cinque) e soprattutto si poneva in contrasto con il paradigma atlantico europeo. Ciò nonostante la Germania è rimasta sorda ai numerosi richiami americani e il suo strapotere economico che lega a sé e alle sue scelte Nazioni, come quella Italiana (il bilancio è ai limiti del default e dipende in larga parte dai fondi del PNRR nonché un nord est parte integrante della catena del valore tedesca), ha costituito un'ulteriore fonte preoccupazione in termini di trascinamento delle economie europee, che sono ad essa integrate.

Una grande potenza, quella teutonica, che rischiava di diventare la vera rule maker con il vestito buono dell'Unione Europea e che stava inesorabilmente incamminandosi verso un blocco orientale in maniera cieca, con un approccio strumentale con una Nazione Russa, che è una piccola economia, ma con 6000 testate nucleari e una volontà di ritorno allo status di superpotenza.

A quanto sopra si deve aggiungere che, al contrario di quanto si pensi, gli apparati americani hanno un grado di sofisticatezza che in Europa neanche immaginiamo. Ad esempio non sfugge loro che, il territorio costituito dalla ex DDR , che è stato annesso dalla Germania ovest (parlare di riunificazione è una terminologia "politically correct", ma non è la realtà), è l'unico degli ex Paesi ex Patto di Varsavia che vive con una certa insofferenza la fine di quel mondo e questo è evidente se si guarda ai loro intellettuali (ovviamente non tutti), stando anche a sondaggi fatti negli anni 2016 -2018, che hanno evidenziato che solo il 20% dei giovani si è dichiarato soddisfatto della riunificazione e che l'occupazione dei livelli del governo federale e delle università sono solo in minima parte presiedute da personale proveniente dalla ex Germania Orientale (stime, che però potrebbero aver subito qualche variazione rispetto a tre/quattro anni fa, quotavano la rappresentanza orientale nelle istituzioni al 2%).

La stessa Cancelliera Angela Merkel, durante il 29 anniversario dell'unificazione tedesca, parlando dei giorni della riunificazione si chiedeva se davvero la ex DDR era pronta al cambiamento in atto e soprattutto se aveva avuto coscienza di quel che avrebbe significato. Questa frattura è un dato che non rassicura particolarmente gli USA, soprattutto se letta con le logiche di sviluppo economico orientale intraprese.

Una ulteriore riflessione. Mentre l'Europa ha prosperato nell'equilibrio nucleare o cd "equilibrio del terrore", gli Stati Uniti hanno combattuto nel metre varie e sanguinose guerre, tra cui le principali sono da rienersi la guerra di Corea e quella del Vietnam. Questo ha significato che ogni generazione americana ha avuto i suoi lutti e non sempre per guerre che hanno voluto.

In parole povere si sono caricati il ruolo di contenere l'espansione del comunismo nel mondo. Il che fa comprendere perché la classe politica americana e gli apparati stessi - al netto del business della guerra che pure vi è, ma rimane accessorio e non determinante - non vogliano in alcun modo ritrovarsi in una situazione ante muro di Berlino, dove gli antagonisti sono comunque dittature o autarchie.

La possibile creazione di un blocco russo germanico, caratterizzato da un interscambio di alta tecnologia contro materie prime a buon mercato e la contiguità con il grande mercato cinese, dove la Germania esporta un controvalore di beni e servizi che è il doppio di tutti gli altri Paesi Europei, costituisce un triplice rischio mortale per gli Stati Uniti, perché potenzialmente in grado di ricreare il monstrum sovietico (con un altro nome) e più in generale un blocco, con interessi geopolitici convergenti, che avrebbe alterato gli equilibri di forza mondiali. Questa è la rottura del paradigma geopolitico europeo che è alla base delle molte tensioni che viviamo.

Francia, Italia, Spagna e anche la Polonia, hanno il dovere di non lasciare sola la Germania in questo momento, che la vede essere in una condizione di grande debolezza. Questo si può realizzare in molti modi, per fare un esempio concreto penso alla cantieristica navale civile e militare dove l'Italia ha un know how che i tedeschi non hanno e che vorrebbero sviluppare.

Delle partnership in questo senso sarebbero ben accette in Germania e potenzialmente capaci di creare ricchezza per entrambi i Paesi. Altrettanto si potrebbe pensare a partnership industriali sul nuovo asse mediterraneo, magari sfruttando anche programmi comunitari che allocano risorse importanti per opere strategiche extra continentali come il Global Gateway. Insomma un abbraccio per riportarla a scegliere l'Occidente del quale è parte fondamentale.

Viviamo un periodo dove la storia viene appositamente obliata. Ma la Germania ha dato imperatori dalla Roma antica, passando per il Medio Evo, fino all'800. Le storie delle nostre Nazioni sono così profondamente intrecciate quanto ignorate. Lo scontro tra guelfi e ghibellini presente lungamente in Italia, è stato uno scontro che si basava tra l'ascesa al trono di Imperatore di due principi Tedeschi da cui derivano quei nomi.  Nomi che rammentano la casata di Baviera,  fondata da un certo Welf (Guelfo) e gli Hohenstaufen, proprietari del castello di Waiblingen (dal medio ted. Wibelingen) da cui il termine ghibellini.

La Germania si è sempre considerata al centro geografico del continente e senza grandi barriere. Questo spesso ha determinato ansie e paure. E' importante che queste Nazioni Europee (Italia, Francia e Spagna) la riconducano all'atlantismo, che comunque le ha permesso di essere la prima industria al mondo. La cosa è importante perchè allora il paradigma geopolitico europeo sarà ripristinato e forse anche le crisi a cui assistiamo troveranno una soluzione.

Ovviamente ciò sarà possibile sempre a patto che avremo ben chiaro i nostri obblighi nella NATO e che ci doteremo di forze armate in grado di dissuadere le autarchie che ci minacciano. La politica tedesca spero abbia preso atto che politiche economiche sul surplus commerciale, che per inciso stavano minacciando persino l'economia americana, sono da abbandonare nel suo stesso interesse. Parimenti, voli pindarici di completa autonomia geopolitica (un concetto che dovrebbero capire  anche tanti politici e commentatori italiani) sono non solo irrealistici, ma molto pericolosi.

Il fatto che l'America torni a rapporti con il mondo tedesco più distesi è un interesse strategico della Germania, ma lo è anche per noi italiani. Il legame economico di tipo interdipendente a guida tedesca è stato sotto osservazione americana per molti anni. La paura crescente per il ruolo egemone della Germania in campo economico, ha avuto riflessi persino sulle normative relative alla capacità fiscale in bilancio. Cosa molto importante pr l'Italia, in quanto anche un possibile ritorno all'austerity può essere scongiurato dal ripristino di questo paradigma atlantico. Parimenti importante appare l'esigenza che il riarmo tedesco non generi fra qualche anno nuove ansie nei suoi vicini.

È il momento della fratellanza Europea, nella NATO, abbandonando logiche strumentali. Ma forse anche se  i tempi non sono maturi, sarebbe importante capire che è necessario il momento dell'universalità in termini europei, un qualcosa che abbiamo dimenticato nei secoli a vantaggio del predominio delle Nazioni.

*membro della "Faculty" dell'Università Luiss Guido Carli

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