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Politica

DOSSIER, PUPAZZI, AVVERTIMENTI, MA LA LEALTÀ ATLANTICA È RECIPROCA?

DOSSIER, PUPAZZI, AVVERTIMENTI, MA LA LEALTÀ ATLANTICA È RECIPROCA?

Dossier, frasi sibilline, avvertimenti trasversali. Sulla campagna elettorale italiana è in azione la macchina dei veleni, a senso unico.

Ci sono agenti dei russi? Si facciano nomi e cognomi, non schizzi di veleno. Ci sono agenti cinesi? Si facciano nomi e cognomi non schizzi di veleno.

Siamo approdati alla corte dei Borgia?

La macchina del fango è in azione per richiamare tutti quanti a mettersi in fila per tre con il resto di due e nel proclamare l’assoluta fedeltà all’America e all’Alleanza atlantica.

Poniamo una domanda iniziale, posto che la fedeltà non è più riservata nemmeno ai cani, ma si dovrebbe parlare di lealtà. Lealtà, ovviamente reciproca. La domanda è: “Essere leali con l’America significa essere automaticamente fedeli a Joe Biden e al Clan Clinton? Oppure si può essere alleati con l’America anche se piace di più, ad esempio, il Partito repubblicano, quello di Trump o di Ron De Santis?”.

Si può essere italiani, democratici, antifascisti, anche se non si ha simpatia per il Pd e non si canta Bella ciao (ormai assurta a essere l’inno del Pd)?

Chi scrive è disposto a morire combattendo per la vittoria dell’alleanza globale delle democrazie contro i regimi autoritari e per questo chiede all’America tanta convergenza e trasparenza con gli alleati quanto l’America la chiede agli alleati stessi”.

Chi scrive è Calo Pelanda, su La Verità di ieri, il quale aggiunge: “Pertanto l’invito a Tony Blinken (Partito democratico) è quello di mettere in chiaro la strategia cinese di influenza diretta, includendo casa sua e non solo gli europei, possibilmente dal 1994 in poi: in quell’anno l’ufficio scenari del Pentagono (Net Assessment) indicava la Cina come nemico prospettico primario dell’America, capace di sfidarla nel 2024 per la superiorità, mentre l’Amministrazione Clinton (Partito democratico) apriva un negoziato riservato con la Cina per darle status commerciale privilegiato bilaterale, precursore della cooptazione nell’Organizzazione mondiale del commercio. Fu una scelta politica lungimirante e pensata per la pace globale oppure una incentivata? Nel 2017 il Congresso, con schema bipartisan, approvò la definizione della Cina come nemico sistemico, truffaldino e ladro”.

Carlo Pelanda è uno ben informato e quando scrive sa quel che scrive. Laureato in Scienze politiche a Trieste, è specializzato studi strategici, scenari internazionali ed economici e teoria dei sistemi. Dal 1989 è professore aggiunto presso la University of Georgia di Athens (Usa) ed è co-direttore di Globis (Centro per gli studi globali) presso la medesima università. Fa parte della Fondazione Italia-Usa.

Che in America sia in atto da tempo una penetrazione cinese è cosa nota.

Dietro alle teorie di una sinistra Dem ormai andata oltre ogni possibile tentativo di mascheratura, emerge il vero volto: il maoismo della Banda dei Quattro.

“Black Lives Matter”, “Cancel culture”, “uno vale uno”, sono niente altro che le parole d’ordine delle Guardie Rosse camuffate e rimesse in circolo dalle molte “Bande dei Quattro” dislocate nei vari Paesi da una strategia di penetrazione da “misure attive”, che dura da anni e che ora esce allo scoperto.

Penetrazione favorita dal lobbismo di alcune società, inteso a limitare misure contro la Cina per il suo schiavismo che frutta guadagni.

Sono le stesse società che sostengono cause come quelle dei Black Lives Matter.

Chi sono i Black Lives Matter ?

La risposta la danno loro stessi.

«Siamo anticapitalisti. Crediamo che i neri non otterranno mai la liberazione sotto l'attuale sistema capitalista», scriveva il Movement for Black Lives (M4BL), a giugno [2020, ndr]. «Abbiamo una struttura ideologica. Alicia (Garza) e io siamo qualificate. Siamo marxisti indottrinati», diceva a luglio [2020, ndr] Patrisse Cullors, cofondatrice del Black Lives Matter (BLM) e «attivista queer». «Se questo Paese non ci dà ciò che vogliamo, distruggeremo il sistema. Metaforicamente e in senso letterale». (da:Il giornale.it 6 settembre 2020).

Tra i loro mentori ed educatori ci sono ex membri del Weather Underground, gruppo terroristico comunista che, negli anni '60 e '70, tra attentati e rivolte, provò a portare la falce e il martello negli USA al grido di «Siamo un'organizzazione di guerriglia. Siamo comunisti, clandestini negli Usa». La Cullors è stata educata da uno di loro. E tanti ex, oggi, sono eminenze grigie del movimento BLM. (Il giornale.it 6 settembre 2020).

Il BLM dice di odiare la famiglia naturale e sogna di riuscire ad abolirla, insieme alla polizia, le prigioni, l'eteronormatività e il capitalismo. Lo ripetono sempre nelle interviste disponibili anche su YouTube, quando minacciano di «distruggere tutto» se le loro richieste non saranno soddisfatte. Oggi addestrano gli iscritti, come le Black Panthers degli anni '60.

Il BLM non vanta neanche una delle verginità più in voga oggi, quella del fiscalmente corretto. Non è registrato come organizzazione no-profit, raccoglie milioni di dollari in donazioni. Le donazioni vengono raccolte da ActBlue, la nota piattaforma di raccolta fondi legata al Partito Democratico e alle cause più disparate della sinistra-sinistra: dalla campagna presidenziale di Sanders alle associazioni transgender, fino a Biden. (Il giornale.it 6 settembre 2020).

Il M4BL, che sostiene «leader giovani, neri, queer, trans, femministe, clandestini», ha come sponsor fiscale l'Alliance for Global Justice, un «gruppo anticapitalista» a sua volta finanziato dalla Tides Foundation, la Arca Foundation e ovviamente dalla Open Society Foundations. E trasferisce denaro a più di due dozzine di organizzazioni, tra cui LGBTQ Black Immigrant Justice Project e The Undocumented and Black Convening.

Il Black Lives Matter nasce nel 2013, ma dalle origini la causa dell'antirazzismo è diventata marginale e le istanze sempre più estremiste: ideologia gender, agenda anti-famiglia, l'idea che il razzismo sia sistemico, l'abolizione di razze, classi sociali, sessi, religioni per un mondo più «uguale e libero».

Uno studio accademico intitolato «The Queering of Black Lives Matter», descrive in modo molto dettagliato come le questioni relative all'orientamento di genere abbiano la priorità sulla lotta al razzismo.

Susan Rosenberg, la donna che gestisce le donazioni BLM, faceva la terrorista nel M19, l'organizzazione comunista Usa che, come il BLM, riuniva lesbiche nel sogno di rovesciare con la lotta armata il governo. La Rosenberg oltre a far scappare di galera la Shakur - la prima donna a essere definita dal FBI «la più pericolosa dei terroristi» -, è stata protagonista di attentati e omicidi che le sono costati la condanna a 58 anni di galera. Ma ne ha scontati solo 16, prima di essere graziata da Bill Clinton.

Il movimento che infiamma gli Usa si dichiara apertamente marxista e comunista e una delle sue leader afferma che i Black Liver Matter sono “marxisti indottrinati”. Appunto.

Delle donazioni qualcosa si è saputo, ma il problema più interessante riguarda chi c’è dietro le quinte, chi tira i fili dei pupazzi che agiscono sul palcoscenico?

Sono i bianchi del ceppo germanico del Midwest che usano il razzismo come paravento per stabilire la loro supremazia sui bianchi di ceppo anglosassone o, come parrebbe più probabile, una potenza esterna marxista e comunista che “indottrina”?

Faligot

La Cina, del resto, è da anni che allunga i suoi tentacoli in casa Usa. Nel 1996 il Partito democratico americano “avrebbe ricevuto – secondo quanto scrive Roger Faligot (I servizi segreti cinesi- Newton Compton) – una somma pari a 4,5 milioni di dollari per il comitato di rielezione di Clinton, provenienti dal gruppo sino-indonesiano Lippo e da quelli sino-thailandesi Charoeun Popkhand e San Kin Yip, con base a Macao. Tra i fondi figurerebbero circa 300.000 dollari forniti direttamente, su richiesta del capo dell’informazione dell’Epl-2, il generale Ji Shende, assistente di Xiong Guankai”. In nota al testo di Faligot si legge: “Nel settembre 2007, il “Wall Street Journal” ha rivelato che Norman Hsu, cittadino di Hong Kong legato a queste stesse reti di contatti e condannato per frode, aveva contribuito alla campagna della senatrice democratica che lo obbligava a consegnare, sotto forma di donazione, 85 mila dollari”.

L’agente dell’Epl-2 negli Usa, scrive Faligot, è Johnny Chung. Un impiegato “del gruppo sino indonesiano Lippo, partner finanziario e commerciale di molte imprese della Cina popolare” è “integrato nella segreteria di Stato al commercio e poi consigliere di Ron Brown (Segretario al Commercio Usa) per la Cina”. Ron Brown è morto nell’aprile del 1966 in uno strano incidente aereo in Croazia.

Nel gennaio del 1994, “con il via libera dello stesso Brown – scrive Faligot -, Huang gode di un accesso illimitato ai documenti confidenziali dell’informazione economica e tecnologica” e quando “ Clinton viene eletto presidente, Huang è invitato alla Casa Bianca. Nello stesso periodo, il gruppo China resources (Huaren Jituan) con sede a Hong kong, diventerà azionaria di Lippo al 50%. Questo gruppo effettuerà donazioni al partito democratico in vista della rielezione di Clinton nel 1996. L’affare si complica se si considera che China Resources serve anche da copertura all’Epl-2 diretta dal generale Ji Shengde”.

Nel 2021, mentre i cubani sono in rivolta contro quel che rimane del regime castrista, il MLB in un comunicato scrive: “Black Lives Matter condanna il trattamento disumano dei cubani da parte del governo federale degli Stati Uniti e lo esorta a revocare immediatamente l’embargo economico. Questa politica crudele e disumana, istituita con l’esplicita intenzione di destabilizzare il Paese e minare il diritto dei cubani di scegliere il proprio governo, è al centro dell’attuale crisi di Cuba”.

Black Lives Matter si schiera con il regime castrista e si inginocchia al potere di una dittatura che, in questi anni, ha cambiato padrone, passando dall’influenza della Unione Sovietica a quella della Cina di Xi Jinping.

Guarda caso una delle fondatrici del Blm, Alicia Garza, ha legami con la Chinese progressive association di San Francisco, organizzazione che è ritenuta in contatto con il governo cinese.

Il Global Times, organo del Partito comunista cinese, a giugno del 2020 pubblicò un articolo nel quale diceva. “L’Occidente deve rispettare Black Liver Matter”.

Inutile soffermarci sui legami tra Hunter Biden con la Cina e la Russia, emersi in modo inequivocabile dal lap top del figlio di Joe Biden. La stampa americana ne ha parlato diffusamente, mentre in Italia il silenzio è quasi totale.

Interessante sarebbe anche approfondire i legami tra gli Usa e il laboratorio cinese di Wuhan, dopo che la rivista Lancet ha denunciato la reticenza di Pechino e Washington a fornire informazioni sugli esperimenti svolti sulle mutazioni del ceppo.

La logica degli avvertimenti e del veleno è in azione da tempo.

Siamo al termine del dibattito di lunedì 3 aprile 2006 a Strasburgo (Parlamento europeo) dove l’eurodeputato inglese Gerard Batten lanciò alcune gravissime accuse contro l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, sostenendo che quest’ultimo avrebbe potuto essere un agente del KGB. Batten menzionò nomi e cognomi, e affermò di ritenere ciò che, se confermato, costituirebbe una macchia indelebile per l’Europa e l’Italia.

Le affermazioni del deputato inglese si basavano su una ricostruzione fatta dalla commissione che indagava sulla morte dell’egente russo Aleksandr Litvinenko, che riportava sue affermazioni relative alla commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin, istituita nel 2002, per indagare sui rapporti tra i servizi segreti sovietici e i politici italiani.

A Londra sono stati depositati gran parte dei documenti raccolti in Italia e sono state rese pubbliche, senza troppi distinguo, le accuse contro Romano Prodi.

Il tutto all'interno di quella che gli inglesi considerano l'inchiesta (inquiry) del secolo: quella che indaga sull'uccisione con il polonio radioattivo dell'ex colonnello russo del Kgb e del Fsb Aleksandr Litvinenko, avvenuta nel novembre del 2005.

L'«inquiry» è un procedimento speciale in cui il giudice dell'Alta Corte sir Robert Owen ha pieno accesso ai segreti di Stato. Gli inglesi hanno desecretato anche l'audio-intervista del 2004 concessa alla commissione dall'ex spia e ne hanno pubblicato una traduzione sul sito della «Litvinenko inquiry». Uno dei temi del colloquio è la famosa seduta spiritica a cui l'ex premier italiano avrebbe partecipato durante il sequestro da parte delle Brigate rosse di Aldo Moro e in cui uno spirito avrebbe indicato alcuni toponimi.

Livitinenko inquiry

Prodi ha sempre negato ogni coinvolgimento, ma nel frattempo i documenti e le testimonianze dell’ex spia russa relativamente a Prodi sono diventate di pubblico dominio sul sito governativo UK. Senza alcuna censura.

Per quale motivo gli inglesi non hanno sentito il dovere di mettere nero su bianco la verità? Se le accuse sono vere producano prove, non testimonianze di una spia. Se non è vero lo dicano.

L’essere sibillini è il solito metodo per consentire che la macchina del fango si metta in azione a orologeria.

Il no alla macchina dei veleni vale per tutti.

Anche in questo caso l’alleanza deve essere reciproca, come la chiarezza e la lealtà.

Putin, successivamente ha indicato Prodi come consulente del Cremlino per il G8 di Sochi, ma questo è sufficiente per fare di Prodi un agente della Russia o un amico di Putin?

Se così fosse, la fila degli amici di Putin e dei cinesi sarebbe in Italia lunga e piena di sorprese.

E allora, chi sono i pupazzi che parlano in segreto con Putin? Chi sono quelli che agiscono in contrasto con gli interessi italiani con Xi Jinping?

L’interesse di tutti è che ci sia chiarezza e che quando si fanno accuse ci si prenda la responsabilità di fare nomi e cognomi e di produrre prove. Altrimenti è della specie dei Borgia, spargitori di veleni.

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