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Politica

UN PIANO D’AZIONE SANITARIA LEGA L’ITALIA ALLA CINA DA VENT’ANNI

UN PIANO D’AZIONE SANITARIA LEGA L’ITALIA ALLA CINA DA VENT’ANNI

L’8 novembre 2019 il ministro della salute Roberto Speranza firma un “Programma di attuazione
del piano d’azione per gli anni 2019-2021 sulla cooperazione sanitaria
tra
il ministero della Salute della Repubblica italiana e
la Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese”.

Dice Speranza che all’atto della firma dice che il suo collega cinese non mostrava alcuna preoccupazione, ma, come è ormai assodato, a novembre già si sapeva della presenza del virus, anche se il presidente cinese Xi Jinping ha per la prima volta parlato in pubblico del nuovo Coronavirus e delle misure di contenimento decise da Pechino solo il 20 gennaio.

Il silenzio della Cina è uno degli elementi più evidenti di una condotta irresponsabile del Governo di Xi Jinping.

Non meno irresponsabile è l’atteggiamento dell’Organizzazione mondiale della sanità, la quale solo il 9 gennaio 2020 rende noto che il focolaio cinese è relativo a quello che poi verrà chiamato Coronavirus.

Il 14 gennaio Tedros Adhanom Ghebreyesus emette un tweet tranquillizzante: “Dalle indagini preliminari delle autorità cinesi non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo”. Il 17 gennaio l’Oms afferma la possibilità che il virus possa trasmettersi agli esseri umani. Il 23 gennaio il Comitato di emergenza dell’Oms discute se dichiarare l’emergenza globale. I delegati di Pechino si oppongono. Il 28 gennaio Tedros Adhanom Ghebreyesus è a Pechino ed elogia la trasparenza cinese: “Elogerò la Cina ancora e ancora”. Intando invita il mondo a non tagliare i voli commerciali con la Cina, dichiarando che “non c’è bisogno di misure che interferiscano con i viaggi e il commercio internazionale”. Pochi giorni dopo, il 30 gennaio, l’Oms dichiara l’emergenza sanitaria mondiale (la pandemia sarà dichiarata solo l’11 marzo) e Tedros Adhanom Ghebresyesus, che è al capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, commentando i dati di Pechino nei quali non vengono considerati gli asintomatici, dichiara che “la percentuale di infezioni veramente asintomatiche non sembra un fattore trainante della trasmissione”.

Il comportamento dell’Oms è equivoco tanto quanto quello della Cina, ma quando firma il documento con il suo equivalente cinese, Roberto Speranza è tranquillo. In Cina è tutto a posto.

Il programma firmato da Speranza è attuativo del “Piano di azione
sulla collaborazione sanitaria
tra
il ministero della Salute
della Repubblica Italiana
e
la Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese” firmato il 23 marzo 2019 da Giulia Grillo, ministro della Salute del Governo Conte I.

Il 22 marzo 2019 il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jimping è ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Il giorno dopo, il 23 marzo 2019, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (Governo Conte I) firma il Memorandum con il quale si avviano protocolli d’intesa su vari settori nell’ambito della Via della Seta.

Sempre il 23 marzo 2019 Giulia Grillo, ministro della Salute del Governo Conte I, firma il “Piano di azione
sulla collaborazione sanitaria
tra
il ministero della Salute
della Repubblica Italiana
e
la Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese”, il quale prevede: “Articolo I (aree prioritarie della collaborazione) - Le Parti collaboreranno nelle seguenti aree prioritarie: 1. Riforma dell’Assistenza Sanitaria; 2. Politiche per i farmaci essenziali; 3. Prevenzione delle malattie infettive e delle malattie non trasmissibili con particolare riferimento al cancro e all’obesità; 4. Valutazione e gestione del rischio nella Sanità Pubblica (ad es: alimenti, trasfusioni di sangue); 5. Servizi medici e management sanitario; 6. Medicina tradizionale cinese; 7. Assistenza sanitaria agli anziani; 8. Medicina dello sport: cura e riabilitazione”.

Premesso che il documento firmato da Speranza è l’attuazione di quello firmato dalla Grillo, nel documento al punto 3 : “Prevenzione, diagnosi, trattamento delle malattie infettive e risposta ad emergenze di salute pubblica”.

Tralasciamo le altre aree per concentrarci sulla terza (l’intero documento è disponibile al link http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5321_0_file.pdf).

Nell’ Area 3 (malattie infettive), ai PE sarà chiesto di: a. Sviluppare e sostenere strategie di prevenzione, politiche e azioni per contrastare l’esposizione agli agenti eziologici, i comportamenti e atteggiamenti individuali e della popolazione generale relativi alla trasmissione delle infezioni, la bassa compliance degli operatori sanitari nei confronti della sorveglianza delle malattie trasmissibili e delle misure di prevenzione, la vulnerabilità del sistema di risposta alle emergenze infettive, errati comportamenti e atteggiamenti non conformi degli operatori sanitari nelle pratiche assistenziali in merito al rischio e al controllo delle infezioni.

b. Sviluppare e sostenere la sorveglianza epidemiologica, l’organizzazione per le emergenze infettive, la comunicazione alla popolazione e la formazione degli operatori sanitari, il coordinamento tra i diversi livelli istituzionali e le varie competenze territoriali nella attuazione degli interventi di prevenzione, la raccolta delle informazioni, il sistematico monitoraggio della qualità e dell’impatto delle azioni poste in essere.

c. Condurre ricerche di base, trials clinici, studi pilota con particolare attenzione ai farmaci innovativi e alle strategie di prevenzione primaria e secondaria e alla promozione della immunizzazione attiva. Intraprendere azioni per prevenire del virus dell’epatite nella popolazione generale e nei gruppi maggiormente a rischio.

d. Identificare tempestivamente i casi e i rischi infettivi, anche mediante sistemi di allerta precoce e informatizzare i sistemi di sorveglianza per le malattie infettive 


e. Aumentare la copertura vaccinale e l’adesione consapevole nella popolazione 
generale e in specifici gruppi a rischio 


f . Sviluppare collaborazioni quali scambi accademici, formazione e procedure 
relative al soccorso medico di emergenza e alla risposta alle più importanti emergenze di salute pubblica, ovvero disastri naturali, disastri connessi agli incidenti, emergenza biochimica nucleare, pandemia di malattie infettive come l'influenza; elaborare un’agenda sulla formazione finalizzata al reclutamento, al collocamento, al capacity building, alla supervisione e al supporto ai medici di base. 


Considerato quanto è scritto nel documento e in assenza di un piano pandemico nazionale (fermo per negligenza al 2006), c’è da chiedersi quanto l’Italia abbia seguito linee di intervento desunte dalla Cina, anche in considerazione del fatto che l’Oms si è mostrata essere al servizio dei cinesi.

A questa domanda se ne accosta una dal valore strategico, che riguarda i rapporti ventennali in campo sanitario con la Cina.

Quanto firma Giulia Grillo, infatti, non è una novità, in quanto, come è scritto nell’accordo stesso, è fatto riferimento al Memorandum di Intesa tra le Parti firmato a Roma il 19 aprile 2000, al conseguente Piano di Azione per gli anni 2004-2006 firmato a Milano il 9 maggio 2004 (e al suo Addendum firmato a Pechino il 30 agosto 2004), al Piano di Azione per gli anni 2011-2014, firmato a Roma il 23 giugno 2011 e al Piano di Azione per gli anni 2016-2018 firmato a Pechino il 28 gennaio 2016.

Il Piano d’Azione firmato da Giulia Grillo è, pertanto, la prosecuzione di altri piani, il primo dei quali, al quale è fatto riferimento dalla Grillo, è quello firmato da Massimo D’Alema, in quanto presidente del Consiglio il 19 aprile 2000, stesso giorno delle dimissioni rassegnate dopo la sconfitta elettorale alle regionali di tre giorni prima. Il Governo D’Alema, che durerà in carica fino al 25 aprile, sarà sostituito del Governo Amato il 26 aprile 2000.

Il ministro della Sanità del Governo D’Alema è Rosy Bindi e Sergio Mattarella è ministro della Difesa. La delega ai servizi è nelle mani di D’Alema. A sostenere il Governo D’Alema c’è l’Ulivo di Romano Prodi, in concorso con Udr, Pdci e Indipendenti.

L'Ulivo è un'alleanza elettorale del centro sinistra italiano che ha avuto come fondatori Romano Prodi, Massimo D’Alema e Francesco Rutelli.

In pratica, sotto le chiome dell’Ulivo si sono ritrovati i Democratici di sinistra (la Ditta) e La Margherita, ossia gli ex Pci e i democristiani di sinistra.

Il Governo D’Alema II è preceduto dal Governo D’Alema I, in carica dal 21 ottobre 1998 al 22 dicembre 1999. Ministro della Sanità è sempre Rosy Bindi e vicepresidente del Consiglio è Sergio Mattarella, che detiene anche la delega ai servizi.

E’ del tutto evidente che il comparto della sanità è da oltre vent’anni oggetto di reciprocità sino-italiana ed è interessante notare come l’avvio dei piani collaborativi sia opera di D’Alema, durante un governo con gli alleati prodiani dell’Ulivo. Non solo, è interessante notare come oggi lo stesso D’Alema sia dello stesso partito del ministro Roberto Speranza e, contemporaneamente, sia il presidente onorario della Silk Road Cities Alliance, società cinese governativa, nata ad Hong Cong e con sede a Pechino nella West Tower.

Oltre a Massimo D’Alema, della società cinese sono presidenti onorari Li Zhaoxing, ex ministro degli esteri, Zao Qizhenk, ex direttore dell’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato della Cina e Zhang Wenkang, ex ministro della Sanità cinese.

In buona sostanza D’Alema sta in una società statale cinese, assieme all’ex ministro della Sanità cinese, nel partito del ministro della Salute italiana Roberto Speranza ed è colui che ha avviato gli accordi per i Piani di collaborazione sanitaria con la Cina quando era presidente del Consiglio.

Tutte queste coincidenze evidenziano un filo rosso che non ha nulla di illegale, anzi è molto legale, in quanto fatto con istituzioni governative, ma è un filo rosso che fa molto pensare alle linee politiche attuate dal ministero della Salute italiano e, soprattutto, dal ministro Roberto Speranza, firmatario dell’ultimo documento della serie iniziata dal suo compagno di partito.

Fa soprattutto pensare quando si legge nel libro scritto, pubblicato e autocensurato dal ministro, che c’è “bisogno di una tutela sovraordinata dei diritti fondamentali, che solo le istituzioni pubbliche possono garantire” o, ancora: “Le persone hanno capito. E questa consapevolezza ha dissodato, per la sinistra un terreno politico molto fertile”. E poi? “Credo che – scrive l’autocensurato Speranza – dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove”. Da qui l’idea che, come dice Speranza la pandemia sia “un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra”?

Vuoi vedere che a forza di scambi culturali sanitari la linea ventennale dalemiana si è strutturata mentalmente sui parametri del regime nazi comunista cinese e vuol farci fare la stessa fine? E la sinistra nazicomunista il paradigma dei sodali di D’Alema? Lui sta in buona compagnia con i gerarchi del regime in una società statale cinese, ma noi abbiamo il diritto di mandare al diavolo lui, la Cina e chi la segue come fosse la luce del mondo.

Ai vertici della sanità italiana ci sono persone competenti? “Nei posti chiave – ha detto Pierpaolo Sileri, ex vicemenistro e ora sottosegretario alla Salute – soggetti con curricula che sono buoni per accendere i caminetti”.

Siamo tenuti in ostaggio da tecnici scollati dalla realtà o in linea con l’allineata alla Cina Oms? O, peggio ancora, siamo in mano a chi si fa suggerire dai Piani con la Cina come muoversi? Chi comanda la sanità italiana?

Domande.

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