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Cultura

DALL’UMANO AL TRANSUMANO: IL VATICANO “PERFEZIONA” L’OPERA DI DIO?

DALL’UMANO AL TRANSUMANO: IL VATICANO “PERFEZIONA” L’OPERA DI DIO?

Stiamo andando rapidamente verso un mondo orribile, dove l’essere umano, con le sue debolezze, le sue gioie e i suoi dolori, le sue esperienze, che sono il vero senso della vita, sarà sostituito da una sorta di ibrido, una sorta di robouomo, tutto testa e niente sentimenti, tutto corpo e niente anima, tutto razionalità e niente spiritualità.

Il transumanesimo, figlio del Cosmismo e del Grande Reset, sta avanzando a passi rapidi, sia attraverso la modificazione dei social e il tam tam dei media, sia, sorprendentemente, nel luogo più impensabile: il Vaticano.

Mentre Mark Zuckerberg sta pensando al Metaverso (l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare il 28 ottobre, alla conferenza annuale Connect), in Vaticano si pensa a come “perfezionare” l’opera del Creatore con l’intelligenza artificiale.

Metaverso consiste nell'immaginare, far immaginare e costruire un contesto che vada oltre Internet. Si tratta di uno spazio, sia digitale sia fisico, in cui persone e avatar compiono azioni e le condividono nello stesso momento (parlano, si incontrano, guardano, giocano, ascoltano, comprano, ecc...). Si tratterà di vivere tutti insieme in tempo reale in tre dimensioni, anche se non siamo nello stesso posto con speciali visori oculari.

Tutti sul divano, soli, chiusi nelle nuove grotte tecnologiche, come al tempo di prova dei lock down, per abbracciarsi tramite avatar.

L’inferno è davvero vicino. Tutti nella grotta platonica, pallide ombre in cerca della luce.

Aristotele scrisse che l’essere umano è un animale sociale. Patricia S.Churchland, nel suo “Coscienza - Le origini dell’intuizione morale (Ponte alle Grazie), nel capitolo dal titolo significativo: “Le coccole per sopravvivere”, scrive. “Siamo fortemente sociali. Traiamo piacere, in diversa misura, dalla compagnia di amici e parenti”.

Compagnia, da compagno derivante da cum «insieme con» e panis «pane», propriamente «colui che mangia il pane con un altro».

Che tristezza condividere la mensa nel metaverso.

Ci avviamo verso un mondo di ombre, un’Ade dalla tristezza infinita.

Vittorino Andreoli, nel suo “L’origine della coscienza (Solferino)”, ci avverte: “Non si può dimenticare che il riferimento della coscienza è l’uomo tutto intero”.

Andreoli elenca tre teorie, tra le molte, relative alla coscienza: la prima che prevede essere il cervello la sede della coscienza; la seconda che la coscienza sia legata al mondo e sia presente in ogni risultato dell’evoluzione dell’universo; la terza, la sua, che prevede come “principio di partenza quello dell’incontro”.

C’è un aspetto inquietante nella trasformazione dell’incontro, che è un abbracciarsi, un guardarsi, un sentirsi, un unirsi, in una sorta di gioco elettronico dove si incontrano gli avatar.

Se “il pensarsi serve alla coscienza”, come dice Vittorio Andreoli, dobbiamo pensarci come interi, non solo cervello senza un corpo o un corpo senza cervello o, peggio, un corpo e un cervello perfezionabili da microchips.

“Ho coscienza di me se mi penso – aggiunge Andreaoli – non se mi vedo specchiato in una pozzanghera alla maniera di Narciso”.

“E’ probabile- continua Andreoli – che la coscienza sia espressione del cervello e del corpo extracerebrale o, come io credo, della relazione tra cervello-corpo extracerebrale e mondo esterno”.

Cosa c’è in gioco? La coscienza. E un essere umano senza coscienza non è un essere umano.

E’, pertanto, agghiacciante, che il Vaticano, che dovrebbe essere il luogo che custodisce l’essenza del cristianesimo, si presti ad una deriva disumanizzante, ospitando l’evento “Code to the Metaverse at The Vatican”.

Sabato scorso, infatti, il Vaticano ha ospitato David Fergusson e Carlos Moreira, autori di “The transHuman Code” e “Artificial Humanity”, i quali hanno presentato l’introduzione del libro “The Code to the Metaverse – Programming Our Future For Good” al Collegio Teutonico.

Il libro dà una visione globale su come l’umanità e la tecnologia potranno essere in armonia in questa rivoluzione digitale.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Pontificia Università Lateranense in Vaticano e Umanità 2.0, ma solo su invito.

L’“Elite Global Leader’s Conference” ha riunito leader finanziari, spirituali, aziendali, ma anche accademici vari per discutere dei passi che l’umanità deve attuare per il futuro.

Fergusson e Moreira si sono confrontati con padre Philip Larrey, presidente di Humanity 2.0; Cattedra di Epistemologia Logica e Preside di Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense in Vaticano.

Humanity 2.0, si legge sul sito ufficiale, “ è un veicolo per facilitare iniziative di collaborazione tra i settori tradizionalmente isolati pubblici, privati ​​e religiosi. La sua missione è identificare gli ostacoli alla prosperità umana e quindi lavorare in modo collaborativo tra i settori per rimuoverli reperire e ridimensionare soluzioni audaci e innovative. Sviluppato in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale presso la Santa Sede e un consorzio di leader e luminari, Humanity 2.0 cerca di unire l'umanità nella causa comune di realizzare un mondo migliore per i nostri figli”.

Un mondo migliore nel Metaverso e nel transumanesimo?

Il pensiero unico, l’idea di un’Umanità senza radici e senza patrie (i luoghi dei padri, degli antenati), senza storia e senza tradizioni, così come l’idea di un “nuovo umanesimo” che fa la pari con l’idea sempre coltivata dai totalitarismi dell’uomo nuovo, sono la frontiera della sfida del Terzo Millennio. Una frontiera sulla quale si combattono due distinti fronti: quello dell’Essere Umano e quello dell’Uomo Nuovo Transumanizzato.

E’ in corso il tentativo di passare dall’umanesimo al transumanismo, cammuffato da un “nuovo umanesimo” che è l’estinzione dell’Umanità.


Gli eredi del Cosmismo

 

Il transumanismo ha profonde radici nel cosmismo, una corrente filosofica sviluppatasi in Russia a partire dall'Opera comune di Nikolaj Fëdorov (1829-1903) e la cui caratteristica principale è l’idea di “evoluzione attiva” o “evoluzione autodiretta” della razza umana, con una visione ottimista sui destini e le potenzialità sconfinate dell’umanità, una mirabile fede nell’evoluzione e nello sviluppo inevitabili della conoscenza umana.

Gli aderenti del cosmismo credono che gli uomini siano destinati a diventare un fattore decisivo nell’evoluzione cosmica, conquistando, trasformando e perfezionando l’universo, sconfiggendo la malattia e la morte, e infine generando una razza umana immortale.

Con il termine “Cosmismo”, coniato verso gli anni settanta del XX secolo, s’indica un vasto movimento culturale nato e sviluppatosi in Russia a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Una corrente che unisce filosofi, scienziati ed artisti, che amalgama elementi radicati nella tradizione spirituale dell’anima russa con la scienza e la tecnica occidentale moderna. Una corrente sorprendentemente creatrice, fertile ed eclettica, che è stata capace di partorire ed influenzare alcune delle più importanti personalità russe del novecento, cresciuto in quell’humus culturale unico da cui è germogliata anche l’altra grande rivoluzione del tempo, l’ «assalto al cielo» del bolscevismo, influenzandosi reciprocamente. Le idee di Fëdorov ebbero influenza su Dostoevskij, Tolstoj, Solovev.

Durante il periodo sovietico, specialmente nei primi anni rivoluzionari, questa corrente scientifico-filosofica-religiosa ricevette la stima, l'appoggio e l'entusiasmo non solo nella ristretta cerchia dei ricercatori scientifici, ma anche di personalità politiche che a volte sopprimendo, a volte alimentando una tendenza che parve quasi occultista, se ne resero in qualche modo protagonisti.

Storicamente è con il lavoro culturale di Aleksandr Gorskij (1886-1943) e Nikolaj Setnitskij (1888-1937) che ebbe inizio la transizione dal fedorovismo puro al cosmismo.

Il cosmismo – con le sue idee forza dell’“evoluzione attiva” e delle potenzialità cosmiche dell’umanità - è comunque una filosofia universale, e come tale lo è anche la sua eredità. Non sorprende quindi di ritrovare richiami al cosmismo anche in altre parti del mondo. Per esempio il ‘Manifesto Cosmista’ dello statunitense Ben Goertzel. In esso sono contenute 10 tesi cosmiste.

Manifesto Cosmista di Goertzel.

1) L’umanità si fonderà con la tecnologia, rapidamente ed in modo sempre più esteso e profondo. Questa è una nuova fase dell’evoluzione della nostra specie, che sta cominciando ad essere evidente ai nostri giorni. La divisione fra il naturale e l’artificiale sarà prima sfumata, e poi sparirà. Alcuni di noi continueranno ad essere umani, ma con un’espansione radicale e crescente delle opzioni disponibili, ed una diversità e complessità radicalmente aumentate. Altri cresceranno fino a divenire nuove forme di intelligenza, molto al di là del dominio umano.

2) Svilupperemo tecnologie di intelligenza artificiale cosciente e mind uploading. Il mind uploading permetterà di estendere indefinitamente la vita di quelli che sceglieranno di lasciarsi la biologia alle spalle (uploads). Alcuni uploads sceglieranno di fondersi con altri uploads e con intelligenze artificiali. Questo richiederà un ripensamento e una riformulazione della nozione di identità personale, ma saremo capaci di farvi fronte.

3) Raggiungeremo le stelle, e ci espanderemo nell’universo. Incontreremo altre specie nel cosmo, e ci fonderemo con loro. Potremmo anche raggiungere altre dimensioni dell’esistenza, oltre quelle di cui siamo attualmente consapevoli.

4) Svilupperemo realtà sintetiche interoperabili (mondi virtuali) capaci di contenere esseri coscienti. Alcuni uploads sceglieranno di vivere in mondi virtuali. La divisione fra realtà fisiche e sintetiche sarà prima sfumata, e poi sparirà.

5) Svilupperemo tecnologie di ingegneria spazio-temporale ed una “magia futura” basata sulla scienza, molto al di là delle nostre attuali comprensione ed immaginazione.

6) L’ ingegneria spazio-temporale e la magia futura permetteranno di realizzare, attraverso la scienza, molte delle promesse delle religioni—e molte cose meravigliose che nessuna religione ha mai sognato. Un giorno saremo capaci di resuscitare i morti “copiandoli al futuro”.

7) La vita intelligente diverrà il fattore principale nell’evoluzione del cosmo, e guiderà questo nelle direzioni volute.

8) Radicali progressi tecnologici ridurranno drasticamente la scarsezza delle risorse materiali, in modo da rendere possibile un’abbondanza di ricchezza, crescita ed esperienza, per tutte le menti che così desiderano. Nuovi sistemi di auto-regolazione emergeranno per mitigare la possibilità che la mente esaurisca, oltre ogni controllo, le vaste risorse del cosmo.

9) Nuovi sistemi etici emergeranno, basati su principi che includeranno la diffusione di gioia, crescita e libertà nell’universo, e anche su nuovi principi che non possiamo ancora immaginare.

10) Questi cambiamenti miglioreranno in modo fondamentale l’esperienza soggettiva e sociale degli esseri umani, delle nostre creazioni e dei nostri successori, portando a stati di consapevolezza personale e condivisa le cui meravigliose vastità e profondità andranno molto al di là dell’esperienza dei “vecchi umani”.

Nuovi umani senza umanità

Il pericolo della disumanizzazione era presente già ad alcuni scrittori, come Orwell e Isaac Asimov, il quale nei suoi scritti di fantascienza (che oggi non appare più tanto fanta) scrisse le tre leggi della robotica, che furono pubblicate per la prima volta nel 1942 nel racconto “Circolo vizioso”, apparso sulla rivista specializzata statunitense Astounding Science Fiction.

Nei romanzi dello scrittore russo-americano, le tre leggi della robotica governano il comportamento dei cosiddetti robot positronici, macchine create per servire l’uomo, dotate di sistemi di sicurezza per non nuocergli.

Si tratta di principi rigidi, da non trasgredire, teorizzati per rassicurare l’umanità sulle buone “intenzioni” dei robot. Vediamo cosa dicono:

Prima Legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”.

Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.

Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.

Successivamente l’autore di “Io Robot” ne aggiungerà una quarta, superiore per importanza a tutte le altre ma valida solo per gli automi più sofisticati, definita legge zero: “Un robot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno”.

La deriva del disumanesimo e le radici naziste

La deriva del disumanesimo presenta anche aspetti di modificazione dell’essere umano che derivano dall’ideologia eugenetica nazista, come quella operata nel progetto Lebensborn. “Lebensborn – scrive Ingrid Von Oelhafen - è un’antica parola tedesca che significa “sorgente di vita”, travisata e distorta dall’eugenetica nazionalsocialista”.[1]

Sorgente di vita travisata.

Le teorie giustificazioniste dell’utero in affitto ricordano il progetto Lebensborn, con il traffico di bambini rubati alle famiglie e ritenuti razzialmente trasformabili in tedeschi di pura razza ariana. L’idea che i figli possano essere sradicati dalle famiglie con leggerezza non è figlia di nessuno, così come è di stampo nazista l’idea di costruire esseri umani a piacimento, scegliendo alla banca dati ovociti e spermatozoi per depositarli in una donna ridotta a fattrice per soddisfare gli egoismi di chi può permettersi di usare i soldi per fare qualsiasi cosa.

Il nazismo non è finito con la fine del Terzo Reich. Cile Brasile, l’Argentina di Peron e di Videla e della Guardia de Hierro, sono stati luoghi sicuri per i gerarchi nazisti e per la continuazione degli esperimenti eugenetici.

In particolare l’Argentina è stata il fulcro dell’accoglienza degli emigrati nazisti. “Schematizzando, si può dire – scrive in proposito Guido Caldiron - che le zone [prescelte] furono quattro: la Selva misionera che offriva sicurezza per la sua posizione lungo le frontiere con Paraguay e Brasile; la valle di Calamuchita e le grandi sierre di Córdoba, nel centro del Paese e con piccole comunità in un paesaggio alpino come – fra le altre – Santa Rosa de Calamuchita, La Cumbrecita e Villa General Belgrano; la regione che circonda San Carlos de Bariloche, fra laghi e montagne e a un passo dalla frontiera con il Cile; infine, le località a nord della capitale federale: Villa Ballester, El Palomar, Olivos, San Isidro, Vicente López, Florida e San Fernando”.[2]

Con la connivenza dell’Argentina, del Brasile, del Paraguay il dottor morte dei campi di sterminio nazista, Josef Mengele, continuò a fare i suoi esperimenti sui gemelli e sulla clonazione degli esseri umani.

Nelle pieghe nascoste del “nuovo umanesimo” disumanizzante, non si nasconde solo l’orwelliana presenza del Grande Fratello in veste algoritmica, ossia la follia di trasformare l’essere umano in una macchina immortale, ma anche il fondo razziale eugenetico nazista e la follia cosmista del transumanesimo.

 

[1] Ingrid Von Oelhafen e Tim Tate, I figli segreti di Hitler, Newton Compton

[2] Guido Caldiron, I segreti del Quarto Reich, Newton Compton

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