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UCRAINA - LA GUERRA CHE NESSUNO VUOLE?

UCRAINA - LA GUERRA CHE NESSUNO VUOLE?

UCRAINA - LA GUERRA CHE NESSUNO VUOLE?

Per chi si occupa di Geopolitica, non sfugge che la situazione in Europa dell'est e più precisamente ai confini dell'Ucraina, è foriera di sviluppi preoccupanti. Nelle ultime settimane il Cremlino ha ammassato oltre 100.000 uomini al confine con l'Ucraina, minacciando un'invasione che per gli assetti militari delle truppe russe sembra assai probabile. Il perché si è arrivati a questo stato di cose è evidente se si guarda alla storia e alla geografia. L'Ucraina, storicamente, rientra tra gli interessi strategici della Russia; la piccola madre (così veniva chiamata dai russi) si trova nel pieno della pianura sarmatica ed è e stata sempre il passaggio obbligato per i tentativi di invasione provenienti dall'ovest europeo e per tale motivo è considerata, assieme alla Bielorussia e alla Georgia, territorio strategico per gli interessi russi.

Le richieste dei russi, sono note e sono state messe per iscritto e si sostanziano nella richiesta di un accordo formale con gli Stati Uniti che l'Ucraina non entrerà nella NATO, l'impegno a non rifornire di armi quei territori e il ritiro delle batterie missilistiche in Polonia e Romania. Tali richieste si fondano sulla promessa americana (fatta nel momento del crollo delle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche e storicamente confermata) che la NATO non si sarebbe espansa oltre i confini del 1989, salvo la riunione delle due Germanie. Premesso che le richieste russe sono state definite irricevibili da Washington e dagli alleati della NATO, è indubbio che la politica di contenimento americana ha visto arretrare la Russia fino a contenderle neo stati che nel passato potremmo definire poco più che entità amministrative, da sempre sotto l'influenza della "Grande Madre".

In estrema sintesi la Russia non sa più dove ritirarsi.

Nella realtà Putin sa bene che le pretese della Russia non sono accogilbili nella loro totalità e il dispiegamento di mezzi e uomini lungo i confini è l'estrema ratio per comunicare all'Occidente che Ucraina, Bielorussia e Georgia devono rimanere stati cuscinetto fuori dall'Alleanza Atlantica.

La politica di pressione di Putin si realizza anche attraverso la dipendenza dell'Europa dal gas Russo; quello che noi chiamiamo il caro bollette deriva, in larga parte, dalla indisponibilità di Gazprom a fornire quote ulteriori di approvigionamento eccedenti gli accordi contrattuali long term. Si sente parlare di una diminuzione del 40%; questo 40% è una percentuale che è relativa all'Italia in termini di quota mancante e al momento ci riforniamo via mare con gas liquido. In realta Gazprom ha diminuito il flusso di Gas del 15% e lo ha fatto nel rispetto degli obblighi di fornitura ex contractu. Vale la pena sottolineare che Gazprom sta facendo utili record a causa dell'aumento del 600% sul prezzo. Se anche domani i flussi dovessero ritornare quelli ante crisi, finchè il mercato non si calmierasse, il prezzo del gas sarebbe lo stessso, poiché in assenza di accordi long term, il prezzo di acquisto sarebbe comunque quello di mercato.

La realtà è che l'Ucraina è un Paese disomogeneo poiché nel sud est sono a maggioranza filorussa a differenza del nord ovest (Kiev) dove è fortissimo il sentimento antirussia. E' un paese che da anni vive un conflitto a bassa intensità poiché non rispetta gli accordi di Minsk che prevodono una forte autonomia delle Repubbliche separatiste del Donbass (LugansK e Donetsk) e che sono tra l'altro il motore industriale dell'Ucraina e come tali in grado di influenzare fortemente la politica estera.

Ulteriormente il rispetto dei diritti umani in quei territori è ancora una mera utopia e questo fa dell'Ucraina un Paese che non può entrare nell'Unione Europea a breve.

Putin, che è un ottimo tattico, ha già raggiunto dei risultati. Biden ha già esplicitato che un eventuale ingresso dell'Ucraina non potrà avvenire prima di venti o trenta anni e ha ridato uno "status" alla Russia definendola una grande potenza mondiale (Obama l'aveva definita una potenza regionale).

Si sente parlare di scenari: invasione parziale o totale del territorio ucraino; si parla di guerra disallineata con supporto alle parti coinvolte, Kiev da un lato e Donbass dall'altro, anche attraverso attacchi hacker destinati alla destabilizzazione di quei territori.

A parere dello scrivente è  che non era mai accaduto in Europa un tale dispiego di uomini e mezzi e soprattutto Putin è un'autarca nella cui mente nessuno riesce ad entrare. Un uomo che ha posto politiche di aggiramento della NATO, anche attraverso i cosiddetti mercenari del Gruppo Wagner  prima in Siria poi in Libia, Burkina Faso, etc..

Tutto questo unito alla crisi democratica che vivono internamente gli Stati Uniti rende la situazione davvero critica. Geopoliticamente si è saldata la Russia con la Cina, uno scenario che Kissinger quache decina di fa aveva scongiurato e che pare non sia più così prioritario negli interessi strategici americani. La partita geopolitica cino-russa si chiama gestione globale multilaterale.

Se davvero ci fosse un'invasione dell'Ucraina, come ormai Biden afferma, le truppe NATO composte anche da militari delle repubbliche baltiche (astiose verso i russi) si troveranno a meno di un metro di distanza e gli incidenti sono più che probabili. Il tutto non in Africa, ma in Europa e senza considerare che la Germania in primis ha interessi immensi a mantenere un dialogo con la Russia.

Mi vengono in mente le parole di Clinton:  ci sono situazioni in cui è meglio non metter mano, si sa dove si inizia, ma non come si finisce.

Speriamo di non essere a brevissimo in questa situazione.

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