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Internazionali

LE ANGOSCE DI SOROS SULLA CINA DI XI JINPING E LE RICADUTE POLITICHE IN EUROPA

LE ANGOSCE DI SOROS SULLA CINA DI XI JINPING E LE RICADUTE POLITICHE IN EUROPA

Ora Soros dopo aver sottovalutato l’impatto con la Cina di Xi Jinping che sta affermando il principio - all’interno della società cinese - del “mercato sorvegliato” dal centralismo democratico come “religione comunista di stato“, dove i due cardini fondamentali di una società libera e aperta come “proprietà privata e proprietà intellettuale non sono garantite“ non vengono garantiti, mettendo così in discussione tutto l’impianto della strategia della globalizzazione formatasi in questi anni a Davos.
Ora i tifosi di Davos implorano un l’America debole - dopo aver massacrato in tutti i modi la politica del “prima l’America“ dì Trump - fanno appello impauriti finche negli USA le forze politiche mantengano nei confronti della Cina di Xi Jinping una postura unitaria.
Cosa può succedere a questo punto in Europa? Sicuramente la prima vittima ad essere sacrificata sara la storica politica della Merkel, espressione delle strategie globaliste centrate sull’ottimizzazione, oltre i parametri europei della sua “bilancia commerciale“, che gli consentiva “di imporre la sua catena di comando“ su tutti i paesi della Ue.
 
Austerità, delocalizzazione industriale selvaggia con annesso trasferimento di tecnologie sensibili, ingegnierizzazione finanziaria delle politiche ecologiche - certificati verdi e bianchi- hanno rappresentato è ancora rappresentano i cardini di vantaggio imponenente per il nazicomunismo cinese di Xi Jinping.
La parentesi del “virus cinese “ non ha mai trovato il giusto approfondimento che si collocasse in questo orizzonte.
Ieri Soros si vantava di avere una grande influenza sul più significativo è trasversale gruppo del parlamento europeo: oggi nel dibattito politico non si riscontrano significative tracce.
Le riflessioni ruotano tutte attorno agli interessi di geopolitica.
Così come i grandi fondi mondiali di investimenti hanno acquisito grandi gruppi editoriali come forma di indirizzo e di sostanziale controllo della libertà di stampa, pronti a sostenere ogni forma di “cancel culture“ come forma di una globalizzazione che faceva perno sulla “cultura dei consumi“, rispetto alla cultura del lavoro collegata anche ai diritti di libertà e di difesa della salute ad essa strettamente collegati: il welfare ne è in Europa sintesi e bandiera di civiltà.
Ora è interessante leggere le critiche di Soros verso Black Rock, il più grande fondo di investimento al mondo, per l’impegnò in Cina.
La domanda implicita che la stampa si guarda bene dal fare è: che succede se Xi Jinping si rifiuta di partecipare al prossimo G20 oppure se tiene una posizione di scarsa d’utilità?
Mario Draghi chiede di rappresentare opportunamente una Italia al G20 con una linea politica marcatamente unitaria, tanto nella forma che nella sostanza: forse sarebbe bene - visto le tante domande del mondo della finanza globalista - andare oltre la delega della persona sicuramente autorevole .
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