IL GIORNO DEL RICORDO, CHE QUALCUNO NON VUOLE RICORDARE
di Marforius
Dopo tanti anni, troppi, finalmente si può parlare, almeno parlare, degli efferati crimini perpretati dai cosiddetti Titini, durante l'epilogo della seconda guerra mondiale, allorchè migliaia e migliaia di esseri umani, di nazionalità italiana, vennero uccisi e gettati nelle foibe.
Ciò nonostante, dopo anni di silenzio, anche imposto, dopo che i regimi comunisti, non si sono certamente differenziati rispetto ad altri regimi, se non per differenti cromatismi, gli odiatori cercano di svilire se non nascondere tale eccidio di massa, offendendo così la memoria dei Martiri delle Foibe e dei 350 mila Dalmati, Fiumani e Istriani sopravvissuti alla pulizia etnica orchestrata dai comunisti, in quei territori, appunto dopo l’8 settembre 1943.
C'è poco da dire, siamo inequivocabilmente di fronte a soggetti, sprezzanti del ridicolo e ovviamente in malafede, privi di pudore, fra i quali spiccano i cosiddetti intellettuali a libro paga, militanti dei centri sociali, rossi vari ma non di vergogna e sinanco qualche rettore, che certamente nell'occasione non appare tanto magnifico. Tutti soggetti la cui mente appare ottenebrata da dogmatico integralismo, alimentato da odio e rancore, privo di una benchè minima ragione.
In realtà tutti personaggi nemici dell'imperialismo anglo americano, ma in servizio permanente effettivo di quello che è poi risultato un sanguinario imperialismo, che ha portato lutti, dolori e sofferenze.
Forse qualcosa sta cambiandoieri il presidente Mattarella, nel corso della cerimonia tenutasi presso il Quirinale ha detto che: "Negare o minimizzare l'orrore delle foibe è un affronto alle vittime".
Ma sarà difficile che possano cambiare coloro che hanno fatto di una fede politica, priva di umanitarismo e di senso, una ragione di vita, che in realtà è antistato a prescindere.
E noi paghiamo direbbe il grande principe.
Amen awomen